Recentemente mi sono imbattuta sul sistema educativo che mi hanno ispirato delle riflessioni.
La crescita “naturale” è basato sull’apprendimento autonomo guidato e sostenuto dai genitori e da altri adulti che il bambino frequenta, interessati al suo sviluppo e alla sua crescita emotiva e intellettuale.
Con questo approccio ci si impegna ad offrire ai propri figli un’opportunità educativa che va incontro alle loro esigenze di “postulante”, provvedendo ad organizzare un ambiente in cui potranno imparare in modo naturale ed efficace, in cui ci sarà modo di fare il più pienamente possibile quotidiana esperienza del mondo circostante.
Attraverso questo metodo si cerca di offrire un insegnamento e un tipo di educazione che rispettano le inclinazioni innate e le attitudini specifiche del bambino.
“Educare” è accompagnare e dare sostengo per “tirar fuori” ciò che risiede già nel bambino: precisamente questo è il valore etimologico del termine. L’arte della maieutica appunto. Anche l’arte delle ostetriche, per intenderci.
Non è cercare di “mettere dentro”, insegnare continuamente qualcosa, riempire un vuoto, nè significa plasmare, nè addestrare: significa lasciar spazio al fiorire della libera espressione dell’essere in crescita, non una lavagna bianca su cui scrivere.
Certo questa scelta è più faticosa. Richiede molto ascolto, capacità di leggere i segnali deboli, interesse attivo, flessibilità e tanta capacità di assecondare il cambiamento.
Per questo a mio avviso, il primo lavoro deve essere fatto su noi genitori, che vorremmo anche urlare ogni tanto ma ci mordiamo la lingua tra i denti.
Credo nell’educare bene oggi, per raccogliere i frutti domani; credo nell’insegnamento autoappreso attraverso l’esperienza e credo nel saper accogliere, prima di respingere o smorzare gli entusiasmi.
In fondo Socrate ci è riuscito, per cui ce la posso fare anch’io!
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